Presentiamo di seguito quelli che sono i principali risultati emersi dalle risposte. Un primo approccio che abbiamo adottato è stato quello di analizzare le risposte in relazione alle variabili sociodemografiche dei rispondenti, ovvero in relazione al genere, all’età e all’istruzione. Le risposte indicano una conoscenza generale del territorio piuttosto buona da parte dei rispondenti, in riferimento ai vantaggi di un Prato Stabile rispetto ad uno tradizionale. I rispondenti confermano che i Prati Stabili hanno una maggiore biodiversità vegetale e della microfauna, minori emissioni di gas serra e producono un foraggio più bilanciato e completo rispetto ad un prato tradizionale. Sono soprattutto le fasce di età 56-70 e >70 ad ottenere livelli di conoscenza ottima. Indistintamente dal genere e dall’età, la maggior parte dei rispondenti non crede che un Prato Stabile abbia un maggiore stoccaggio di carbonio rispetto ad uno tradizionale, o non ha un’idea chiara di cosa sia lo stoccaggio di carbonio in sé. Solo in questo caso, i rispondenti mostrano una minore conoscenza di quella che è un’importante caratteristica del Prato Stabile, ovvero la capacità di sottrarre carbonio all’atmosfera, immagazzinandolo e arricchendo i suoli di sostanza organica.
Il 70% dei rispondenti riconosce l'importanza di tutelare i Prati Stabili e il 66% ritiene che la creazione di un'Associazione dei Prati Stabili contribuirebbe a tale scopo. Questo sentire si è poi effettivamente tradotto nella nascita dell’Associazione dei Prati Stabili, lo scorso Marzo 2024. Dopo anni di iniziative finalizzate alla crescita dell’area, anche attraverso la condivisione di un piano integrato d’area nell’ambito del Psr di Regione Lombardia e l’organizzazione di fiere ed eventi, la neonata Associazione si impegna a promuovere l’identità ambientale, storica, economica, turistica e sociale dei cinque Comuni nei cui territori sono coltivati i Prati Stabili.
Una seconda parte del questionario si concentra sulla possibilità di una candidatura Unesco come strumento di tutela della biodiversità. L’inserimento di domande riguardanti la candidatura Unesco non si prefissa alcun obiettivo di tipo politico, quanto più quello di indagare l’effettiva conoscenza e percezione della comunità locale nei confronti di un’istituzione spesso associata più alla sfera turistica e meno a quella della tutela del paesaggio. Il 46% dei rispondenti ha dichiarato di avere un’idea chiara di cosa sia un patrimonio Unesco; le fasce di età 56-70 e >70 hanno di fatto riconosciuto tutti e tre i siti Unesco elencati, due dei quali – Mantova e Sabbioneta – presenti sul suolo mantovano. Il 61% è fiducioso/a che una candidatura Unesco contribuisca in maniera positiva alla tutela del territorio. Nello specifico, per quanto riguarda la percezione di fiducia che questa candidatura possa contribuire al raggiungimento di sei degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall‘Agenda 2030 delle Nazioni Unite, la maggioranza dei rispondenti, in media più le donne che gli uomini, si è rivelata fiduciosa.
|
Piuttosto fiducioso/a |
Molto fiducioso/a |
Totale |
Imprese, innovazione e infrastrutture |
43% |
24% |
67% |
Lotta contro il cambiamento climatico |
36% |
34% |
70% |
Lavoro dignitoso e crescita economica |
37% |
37% |
74% |
Protezione della vita sulla terra |
40% |
38% |
78% |
Consumo e produzioni responsabili |
39% |
39% |
78% |
Città e comunità sostenibili |
37% |
36% |
73% |
Una terza e ultima parte del questionario si concentra sulla filiera agroalimentare e, in particolare, sul Grana Padano DOP selezione da fieno, una produzione da stalle selezionate che alimentano le proprie bovine esclusivamente con fieno derivante dai Prati Stabili dell’Alta Pianura Mantovana della Valle del Mincio. Il 59% dei partecipanti considera le proprie azioni nella vita di tutti i giorni abbastanza sostenibili, soprattutto le fasce di età 56-70 e >70. Il 79% è fiducioso/a che una maggiore consapevolezza porti verso scelte di acquisto più sostenibili, soprattutto per le fasce di età <25 e 26-40. Nello specifico, abbiamo fornito ai rispondenti cinque fattori che caratterizzano la produzione di un prodotto agroalimentare e possono influenzarne l’acquisto: benessere animale, tutela del paesaggio, filiera corta, valore nutrizionale e competitività del prezzo. In generale, i rispondenti dichiarano che tutti i fattori elencati contribuiscono nel rendere un prodotto agroalimentare un prodotto di qualità nel dato aggregato, indistintamente dal genere e dall’età. (Tab 2). Focalizzando l’attenzione sul Grana Padano DOP selezione da fieno, l’83% dei partecipanti ha dichiarato di essere già a conoscenza del prodotto; il 63% ha dichiarato di esserne molto soddisfatto/a (il 29% piuttosto soddisfatto/a).
|
Abbastanza |
Molto |
Totale |
Benessere animale |
20% |
72% |
92% |
Tutela del paesaggio |
30% |
59% |
89% |
Filiera corta |
25% |
62% |
87% |
Valore nutrizionale |
18% |
72% |
90% |
Competitività del prezzo |
18% |
71% |
89% |