Tra l’XI ed il XII secolo la grande trasformazione del territorio operata dai monaci benedettini determina anche una trasformazione sociale: gli agricoltori diventano allevatori.
Le greggi e gli armenti che prima venivano lasciati allo stato brado nelle brughiere vengono raccolti e custoditi nelle stalle. Nascono le “grance”, comunità agrarie dedite alla coltivazione ed all’allevamento.
I terreni convertiti a prato, irrigati mediante le nuove sistemazioni idrauliche, consentono la produzione di foraggio che determina l’aumento del numero di capi allevati, utilizzati sia per la produzione del latte che per lavorare i campi.
A questo punto però la produzione di latte supera il fabbisogno e nasce l’esigenza di conservarlo.
Era già noto che il latte conservato nello stomaco essiccato dei vitelli determinava la coagulazione del latte. I monaci scoprono che riscaldare questo latte cagliato determina l’espulsione del siero e la cagliata così ottenuta può essere essicata e conservata a lungo.
La «formula» per la produzione del Grana viene quindi condivisa tra i monaci e alla fine del XII secolo il Grana viene già commercializzato.