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Tecniche di gestione e pedofauna dei Prati Stabili

Tecniche di gestione e pedofauna dei Prati Stabili
Oltre alla normale tecnica colturale per la gestione dei prati stabili, che come abbiamo visto permette l’instaurarsi di un’abbondante biodiversità floristica, possono essere attuate anche altre buone pratiche colturali per favorire la biodiversità, sia animale che vegetale:

Tecnica di sfalcio:
la tecnica utilizzata per lo sfalcio ha una grande influenza sulla fauna. L’ideale è avanzare lentamente, in modo da consentire alla fauna di allontanarsi dall’area di sfalcio; risulta importante anche predisporre fasce di prato che non vengano falciate. Come già avviene nella tradizionale tecnica di gestione dei prati, è preferibile mantenere per alcuni giorni il materiale vegetale tagliato sul campo al fine di preservare l’entomofauna.

Tempistica dello sfalcio:
l’attività di sfalcio può avere un impatto potenzialmente molto elevato sulla riproduzione delle specie di uccelli che nidificano a terra; in pianura quindi sarebbe opportuno effettuare il primo taglio dopo la seconda decade di maggio e lasciar passare almeno 40 giorno tra il primo e il secondo taglio. Una strategia volta a ridurre gli impatti dello sfalcio, senza compromettere la redditività delle coltivazioni, può consistere nel tagliare porzioni, circa equivalenti, di prati con una differenza di due settimane, in modo da consentire la presenza di zone con erba alta (ricche di potenziali prede) e di zone con erba bassa (dove le prede sono facilmente catturabili).

Mantenimento di aree non sfalciate:
sarebbe opportuno che lo svolgimento della pratica dello sfalcio venga attuata solo su parte della superficie prativa per tutta la stagione riproduttiva (1° marzo – 31 luglio), al fine di mantenere per tutto il periodo riproduttivo porzioni di prato non falciato, adatte ad ospitare una ricca entomofauna (ad es. Ortotteri, Coleotteri, Lepidotteri). Le aree che non vengono falciate sono preferibilmente localizzate nei pressi di arbusti e siepi. Dopo il 31 luglio anche le aree non falciate potranno essere falciate, anche al fine di evitare la colonizzazione da parte di specie arboreo – arbustive. Ove possibile, tali aree dovranno essere lasciate non falciate fino al termine dell’inverno successivo, ed essere falciate a febbraio, così da permettere all’entomofauna e ad alcuni piccoli mammiferi terricoli di utilizzarle come aree di svernamento.

Pedofauna

La pedofauna generalmente occupa i primi 20-30 cm di suolo e la lettiera soprastante; tale comunità svolge un ruolo primario nella decomposizione e trasformazione della sostanza organica, nei cicli di carbonio, azoto, fosforo e acqua, nel rilascio di elementi disponibili per piante e altri organismi (micronutrienti). La qualità biologica di un suolo rappresenta un indicatore della gestione sostenibile del territorio e può essere valutata in base alla biodiversità della pedofauna.

Per ulteriori approfondimenti scarica il documento!
Il Territorio dei Prati Stabili - Biodiversità e tecniche di gestione.pdf